La storia di Avacelli

Avacelli vanta uno dei più importanti castelli arceviesi, posto ai confini del territorio comunale, in direzione del comune di Serra S. Quirico.

La presenza dell’uomo primitivo è documentata (oltre che in varie zone del comune di Arcevia, prima fra tutte la zona di Conelle) anche in quest’area grazie a ritrovamenti di reperti che attestano insediamenti abitativi riferibili perlopiù all'età del rame.

Il castello di Avacelli deriverebbe il suo nome (castrum Lavacellorum) da labes ovvero “frana, luogo scosceso”, o piuttosto da lavaclum ossia “bagno, fonte”; il castello è infatti posto ad un'altitudine di 485 metri sul livello del mare, in una zona ricca di fossi e torrenti, tributari del fiume Misa.

Avacelli sorge entro gli antichi confini del ducato longobardo di Spoleto ai limiti con i territori bizantini della Pentapoli, nel gastaldato di Castello Petroso (Pierosara di Genga). Il ducato estendeva verosimilmente la sua influenza ad est di Arcevia fino a Santa Croce, S. Maria delle Grazie ed il monte S. Angelo e verso Senigallia fino a Castiglioni, Montale e Piticchio almeno sino a che queste ultime località divennero possesso feudale, dopo il Mille, del vescovo di Senigallia.

Nell’alto medioevo il ducato di Spoleto era collegato con l’Adriatico attraverso un itinerario che per Colfiorito, Camerino raggiungeva Castello Petroso proseguendo da una parte per la gola della Rossa lungo l’Esino, dall’altra per S. Ansuino di Avacelli lungo il Misa. Castello Petroso rappresentava dunque l’epicentro di collegamento di una vasta area, a forte presenza longobarda, di rilevanza strategica fra l’alto Esino e il Misa.
Il territorio di Avacelli, in cui è documentata dal 1082 la chiesa di S. Ansuino, fu assoggettato alla giurisdizione della diocesi di Camerino.

La fortificazione di Avacelli risale ai primi anni del 1400. La sua cinta muraria con la porta di accesso ad arco acuto e l’annessa torre semicircolare, pur avendo subito numerosi restauri, conservano ancora oggi la loro struttura originaria.

Nel 1407 il castello venne preso dalle milizie di Lodovico Migliorati che assediavano Rocca Contrada. In seguito, il castello fu liberato da Braccio da Montone dopo che, rotto l’assedio del Migliorati, fu proclamato signore di Rocca Contrada.

Dopo la morte del da Montone, Rocca Contrada tornò sotto il dominio della Chiesa ed il governatore della Marca, Pietro Colonna, ne prese possesso dopo essere passato per Avacelli e Magnadorsa. Nel 1431 Rocca Contrada nominò un capitano per governare il castello.

Avacelli, come gli altri castelli arceviesi, mantenne fino all’unità d’Italia una certa autonomia amministrativa con proprie rendite ed entrate, un consiglio, un’abbondanza, un forno, un proprio capitano e successivamente un sindaco.

Nel 1861 perse le prerogative di comune appodiato fu confermato ad Arcevia. Nel censimento effettuato nel dicembre dell’anno risultavano nel castello 48 famiglie con 219 abitanti, nei dintorni gli abitanti erano 232.

Raffaella Cesaretti